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Ci sarà un trattato globale sull’inquinamento da plastica?

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Plenaria d’apertura dei negoziati sul trattato globale sull’inquinamento da plastica a Busan, in Corea del Sud

I negoziati sul trattato globale sull’inquinamento da plastica sono iniziati ieri a Busan, in Corea del Sud. Questo nuovo round dell’ Intergovernmental Negotiating Committee (INC-5), il processo negoziale ONU, dovrebbe dare vita a un accordo legalmente vincolante per affrontare i problemi relativi alla dispersione di plastica nell’ambiente. L’inquinamento da plastica riguarda non solo l’ambiente ma, con le microplastiche, anche la nostra salute. E a livello globale la produzione di plastica non sta diminuendo.

Il negoziato era nato, in origine, per regolamentare l’intero ciclo di vita della plastica. Tuttavia l’industria della plastica e alcuni paesi premono affinché il trattato riguardi solo il consumo e il tasso di riciclo. Vincoli sulla produzione costringerebbero ad accelerare verso nuovi modelli produttivi con il rischio di perdite economiche nel breve periodo. Inoltre i negoziati non sono ancora arrivati a una decisione condivisa su quando un prodotto può – rispetto alla fase del ciclo di vita in cui è – essere definito “rifiuto di plastica”.

A Ottawa (Canada), il precedente round negoziale ha prodotto un testo in larga parte ancora non definito. Tuttavia In Corea del Sud i lavori inizieranno da un documento informale. Per Luis Vayas, presidente dell’INC un “Non-Paper” può sintetizzare i punti di convergenza ed evidenziare quelli ancora senza accordo. Questo testo non include tutti gli aspetti della produzione di plastica e della commercializzazione, rimandati a uno step successivo. L’UE, invece, ha sempre proposto la riduzione della produzione come unica soluzione efficace.

Greenpeace, WWF e Break Free from Plastic, alla vigilia del vertice hanno consegnato ai governi le firme di oltre 2.9 milioni di persone che hanno sottoscritto un appello per un trattato globale sull’inquinamento da plastica efficace. L’appello chiede ai governi di impegnarsi a:

ridurre la produzione di plastica di almeno il 75% entro il 2040 per contenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5°C proteggendo così clima, salute, diritti umani e comunità;
• vincolare le grandi multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile;
• assicurare che i paesi sviluppati guidino una giusta transizione e offrano supporto ai paesi in via di sviluppo;
• dare voce a Popoli Indigeni, comunità vulnerabili e lavoratori nella progettazione di una transizione verso un’economia basata sul riuso.

 

Foto: Earth Negotiations Bulletin, divisione dell’International Institute for Sustainable Development (IISD)

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