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TGEAmbiente: il periodico dell’informazione ambientale (EA-nr.9 del 11/10/2015)

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TGEAmbiente: il periodico dell'informazione ambientale (EA-nr.9 del 11/10/2015)

Rischio rumore: come valutare e gestire i rischi dovuti all’esposizione. Galletti: ok alla proroga dell’Ecobonus. Omniflow: eolico e fotovoltaico non son mai andati così d’accordo. 2050, le città sostenibili ci avranno fatto risparmiare 15 trilioni di €. Collegato ambientale: il Senato approva nuovi emendamenti. Verso la batteria trasparente per un’hi-tech invisibile. Centro biodinamico, da oggi si può comprare quello di Palazzo Italia a Expo. A 18 anni inventa il modo per depurare l’acqua con il grafene. Ambiente: accordo Enea-Ama per la gestione “green” dei rifiuti. Smaltimento rifiuti: nuovo accordo su modalità e tempi ritiro dei RAEE.


Rischio rumore: come valutare e gestire i rischi dovuti all’esposizione.
(articolo di proprietà del sito www.tuttoambiente.it)
L’INAIL ha reso disponibile un nuovo documento, dal titolo ” Valutazione del rischio rumore”, che raccogliere gli elementi essenziali inerenti la valutazione e la gestione dei rischi dovuti all’esposizione all’agente fisico rumore, con l’obiettivo di aggregare, in un contesto operativo, una serie di informazioni utili agli attori del sistema di sicurezza aziendale: Datori di lavoro e RSPP (Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione) in primis. Nel manuale sono affrontate problematiche che vanno dall’esame delle strategie di misura del rumore, al calcolo delle incertezze di misura, alla verifica dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) uditivi, proponendo un taglio operativo mediante il corrente riferimento a casi-studio. [Articolo tratto dal sito www.inail.it]


Galletti: ok alla proroga dell’Ecobonus.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Habemus Ecobonus. L’annuncio di proroga è arrivato per bocca del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, durante l’apertura dei lavori del convegno “L’ingegneria per l’Ambiente e il territorio e le nuove sfide della sostenibilità”, tenutosi a Bologna presso la Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Alma Mater. «Il governo sta improntando un piano industriale per contrastare i cambiamenti climatici – ha detto Galletti – all’interno del quale ci sono provvedimenti che verranno reiterati, come ad esempio l’Ecobonus, per fare in modo che l’efficientamento energetico possa sempre aumentare nelle nostre città. Accanto a questo, ci saranno altre novità che presenteremo nei prossimi giorni». Secondo il ministro «siamo di fronte a cambiamenti climatici ormai evidenti. Non a caso, questa è stata l’estate più calda della storia recente. Vi è il bisogno di rivedere tutta la progettazione delle opere, che rischia di non essere più sufficiente». Segnali positivi di una possibile proroga erano arrivati nei giorni scorsi dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta: la dichiarazione di Galletti conferma dunque le attese: l’Ecobonus 65%, per il momento, verrà stabilizzato. Dall’anno dell’introduzione dell’agevolazione fino al 31 dicembre 2014, infatti, le domande per ottenere la detrazione IRPEF sui lavori di retrofit edilizio sono state ben 2.258.849 e i bonus riconosciuti pari a 26,099 miliardi di euro. Tali incentivi, sommati a quelli erogati per le ristrutturazioni (l’ecobonus del 50%) hanno generato lo scorso anno investimenti per un ammontare complessivo di 28,4 miliardi di euro. Parliamo di una cifra pari a quasi 2 punti di PIL. In assenza di proroghe questa misura fiscale sarebbe scaduta il 31 dicembre 2015. A mettere pressione al Governo era stata, prima dell’estate, una mozione firmata da 16 Senatori, (primo firmatario Salvatore Tomaselli) in cui si chiedeva, oltre alla stabilizzazione per il 2016, di rimodulare i tempi di erogazione dell’incentivo. Secondo i proponenti, l’Ecobonus dovrebbe essere esteso anche alla costruzione di edifici nuovi, a patto che vengano realizzati secondo i dettami della bio-edilizia o seguendo il principio UE di energia zero. Infine, la mozione richiede di promuovere su tutti i media nazionali la normativa sugli Ecobonus.

Omniflow: eolico e fotovoltaico non son mai andati così d’accordo.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Nuovo matrimonio tecnologico per l’eolico e il fotovoltaico. A celebrarlo è Omniflow, nuovo brevetto che ha recentemente ricevuto il supporto dell’UE nell’ambito di Horizion 2020. La tecnologia, sviluppata dall’omonimo progetto, combina una mini turbina ad asse verticale con delle celle fotovoltaiche a film sottile in un design studiato appositamente per ridurre l’impatto ambientale, sfruttando al massimo entrambe le fonti. Ogni unità impiega un profilo aerodinamico sagomato e modulare (simile nell’aspetto ad un cappello a cilindro aperto in alto) che permette di catturare il vento da qualsiasi direzione e promuovere l’effetto Venturi, accelerando anche le brezze più leggere in direzione della turbina centrale contribuendo a creare un vortice ascensionale ciclonico. Le celle fotovoltaiche sono suddivise in 3 zone ognuna dotata di micro-inverter indipendenti e con inseguitori del punto di massima potenza (MPPT o Maximum Power Point Tracking) in maniera tale da massimizzare la produzione energetica. Ogni unità ha una potenza complessiva di 360 Wp (300 per la turbina e 60 per il fotovoltaico), tale da renderla un’ottima soluzione per sistemi di illuminazione urbana. Ecco perché l’azienda propone accanto a tre modelli dedicati espressamente alla generazione elettrica anche altri due pensati appositamente per l’illuminazione (Omnilight e Smart Street Lighting) con luci intelligenti direttamente integrate nella struttura. Completa il sistema, una batteria al piombo/cristalli di silicio da 24 V. Nei prossimi mesi l’azienda concentrerà la propria attenzione sulla sperimentazione di tali dispositivi per alimentare sistemi di sorveglianza e controllo, torri per telecomunicazioni mobili, stazioni base militari e umanitarie o boe in mare: “Stiamo già lavorando – spiega Pedro Ruão, amministratore delegato di Omniflow a Cordis -con grandi multinazionali su questa linea di prodotti, per i quali cresce la sensibilità del mercato. Se l’applicazione della nostra fase 2 ottiene l’approvazione prevista all’inizio del 2016, noi ci aspettiamo di commercializzare Omniflow NEXT e la nostra linea robusta di prodotti nel 2018”.


2050, le città sostenibili ci avranno fatto risparmiare 15 trilioni di €.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Le città sostenibili oltre a farci consumare meno, a ridurre il nostro impatto sull’ambiente e a tutelare la nostra salute, ci faranno risparmiare cifre esorbitanti. Secondo l’ultimo New Climate Economy Report, in tutto il mondo entro il 2050 grazie alle misure prese per progettare città sempre meno impattanti, si risparmieranno oltre 17 trilioni di dollari – circa 15 trilioni di euro. “I passi che portano le città a diminuire la loro impronta di carbonio riducono anche le spese per l’energia e contribuiscono ad attrarre nuovi residenti ed imprese”, ha dichiarato Michael R. Bloomberg, inviato speciale per le città e il cambiamento climatico del Segretario Generale delle Nazioni Unite. “Questo rapporto può contribuire ad accelerare i progressi che le città stanno facendo in questo campo, mettendo in evidenza le politiche intelligenti e promuovendo la cooperazione attraverso iniziative come il Compact of Mayors. Il Compact of Mayors è una coalizione globale di sindaci e funzionari che si impegna a ridurre le emissioni dei gas serra locali, migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici e monitorare i progressi in modo trasparente.
I tre punti per le città sostenibili del New Climate Economy Report
Secondo il rapporto un buon sindaco per prima cosa deve preoccuparsi del trasporto pubblico, soprattutto nelle nuove città dei paesi in via di sviluppo. Avere la possibilità di spostarsi facilmente con metro e autobus modella lo stile di vita delle persone ed è importante che la forma della città non ostacoli questo tipo di viabilità. Un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione è l’efficienza energetica degli edifici. In fase di costruzione un edificio green costa solamente il 5% in più di uno energivoro, ma il ritorno economico è assicurato in tempi brevissimi. Il terzo argomento su cui focalizzarsi mentre si pensa ad una nuova città è lo smaltimento dei rifiuti, quindi è importante progettare un adeguato sistema per garantire la più alta percentuale di riciclo possibile.


Collegato ambientale: il Senato approva nuovi emendamenti.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Sono ripresi a Palazzo Madama i lavori della commissione Ambiente sul ddl collegato ambientale, il testo che riporta le “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Il provvedimento, approvato dalla Camera a novembre 2014, si arricchisce di nuove modifiche. La prima riguarda il servizio idrico integrato: l’articolo 44-bis predispone che l’Autorità per l’energia di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e previa intesa in sede di Conferenza Unificata adotti le direttive per il contenimento della morosità degli utenti del servizio idrico integrato. Questo significa assicurare “che sia salvaguardata, tenuto conto dell’equilibrio economico e finanziario dei gestori, la copertura dei costi efficienti di esercizio e investimento” e garantito “il quantitativo minimo vitale di acqua necessario al soddisfacimento dei bisogni fondamentali di fornitura per gli utenti morosi.” All’AEEGSI va anche il compito di definire le procedure per la gestione della morosità e per la sospensione della fornitura, assicurando la copertura tariffaria dei relativi costi. Altro emendato approvato, quello sull’articolo 40-bis dedicato al “Fondo per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico” e che così recita: “Al fine di consentire la celere predisposizione del Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, favorendo le necessarie attività progettuali, è istituito, presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico cui affluiscono le risorse assegnate per le medesime finalità dal CIPE nella seduta del 20 febbraio 2015, nonché le risorse imputate agli oneri di progettazioni nei quadri economici dei progetti definitivi approvati, ove la progettazione sia stata finanziata a valere sul fondo. Il funzionamento del citato fondo sarà disciplinato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”.


Verso la batteria trasparente per un’hi-tech invisibile.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Il sogno di un futuro in cui tutto l’hi-tech sia invisibile all’occhio umano diventa più vicino a essere realtà. Il merito è di un team di ricercatori dell’Università di Yale, che ha compiuto un grosso passo avanti verso la creazione di una batteria trasparente. Nel dettaglio Forrest Gittleson, esperto di chimica e ingegneria ambientale e il suo gruppo hanno messo a punto una tecnica per rendere trasparenti gli elettrodi di una normale batteria agli ioni di litio. I loro risultati sono pubblicati on-line sulla rivista scientifica ACS Nano. Nel loro lavoro, gli scienziati sono ricorsi ad un processo di assemblaggio chiamato Spin Spray Layer-by-Layer (SSLBL) che consiste nello spruzzare, su supporti rotanti, polielettroliti e soluzioni nano-colloidali per creare pellicole ultrasottili. In questo specifico caso hanno creato un thin film trasparente di nanotubi di carbonio a parete singola e nanofili di vanadio pentossido, affinché funzionassero come anodi e catodi della batteria. Il risultato è stato un successo. E questo processo, relativamente nuovo, vanta tempi brevi, la riduzione degli sprechi di materiale, e un’alta efficienza e precisione. Ovviamente, spiegano gli scienziati, ci sono ancora grandi sfide da superare prima di poter produrre in larga scala i dispositivi trasparenti. “L’ostacolo più grande che abbiamo di fronte è migliorare la conduttività di questi elettrodi sottili”, ha spiegato Gittleson. Per risolvere questo problema, i ricercatori stanno studiando una nuova architettura a “sandwich” che integri i livelli conduttivi in carbonio con i materiali catodici attivi al fine di migliorarne le prestazioni. Il passo successivo sarà invece la creazione di un elettrolita trasparente, il terzo componente principale di una batteria. “La natura ha già dimostrato che i sistemi complessi possono essere trasparenti. All’inizio di quest’anno hanno scoperto, in Costa Rica, una nuova specie di rana di vetro con la pelle traslucida. Se attraverso l’evoluzione la natura può realizzare tutto questo, dovremmo essere in grado di farlo anche noi con un’attenta progettazione.


Centro biodinamico, da oggi si può comprare quello di Palazzo Italia a Expo.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Il prototipo di cemento biodinamico utilizzato a Palazzo Italia di EXPO 2015 esce finalmente sul mercato. Italcementi ha lanciato il prodotto i.active Biodynamic, il cemento bianchissimo, liscio, poco poroso da modellare nella grande architettura. I laboratori di Stezzano hanno prodotto questa “malta cementizia ad alta fluidità” pensando alla realizzazione di elementi architettonici prefabbricati non strutturali, come i pannelli dall’affascinante pattern disegnati dallo studio Nemesi per rappresentare l’Italia all’Esposizione Universale di Milano.
Come funziona il cemento biodinamico
La vocazione sostenibile della malta cementizia di Italcementi sta nelle sue proprietà foto catalitiche, che riescono a distruggere batteri, particolato e inquinanti nell’aria trasformandoli in sali inerti. Il principio attivo TX Active annegato nella malta, per reagire ha bisogno solamente della luce del Sole e contribuisce a liberare l’atmosfera dallo smog in modo naturale e del tutto privo di energia. La miscela i.active Biodynamic contiene l’80% di inerti riciclati provenienti dagli scarti di lavorazione del marmo di Carrara, questa caratteristica oltre a migliorare le qualità “eco” del prodotto conferisce al cemento una colorazione bianchissima e brillante, dall’indiscusso fascino estetico. Un altro aspetto che migliora la sostenibilità di questo cemento biodinamico è la durabilità, infatti la scarsissima porosità e la matrice compatta del conglomerato abbassano notevolmente l’assorbimento d’acqua e lo rendono praticamente inattaccabile dagli agenti atmosferici – ad esempio i cicli di gelo e disgelo ed i rovesci temporaleschi -. Le straordinarie prestazioni di questo cemento biodinamico sono il frutto di un lunghissimo lavoro di ricerca, durato più di 12.500 ore, che ha coinvolto i tecnici di Italcementi in prove sperimentali, test di laboratorio, applicazioni in scala per la realizzazione dei pannelli e che insieme agli architetti dello studio Nemesi ha reso il Palazzo Italia un esempio apprezzatissimo di architettura sostenibile.


A 18 anni inventa il modo per depurare l’acqua con il grafene.
(articolo di proprietà del sito www.rinnovabili.it)
Clorazione, distillazione, ebollizione e filtrazione ad alta tecnologia. Tutte tecniche per la depurazione dell’acqua dai costi troppo alti per alcune zone del mondo, nonché spesso dipendenti dai combustibili fossili. Ci voleva un ragazzo prodigio come Perry Alagappan, 18 anni, di Houston, per inventare un nuovo dispositivo di filtraggio in grado di trovare una soluzione economica e semplice. Perry ha inventato un filtro riutilizzabile che rimuove il 99% dei metalli pesanti dall’acqua. È costruito con nanotubi di grafene, può essere risciacquato con un concentrato di aceto e usato più volte. Il ragazzo, che si è aggiudicato il premio Stockholm Water Junior di quest’anno durante la World Water Week appena conclusasi, ha detto che la produzione del filtro ha un costo di 20 dollari, un quinto di quanto richiede la tecnologia odierna per l’osmosi inversa. «Mi sono interessato alla depurazione delle acque quando ho visitato i miei nonni in India – ha detto Perry Alagappan – e ho visto con i miei occhi come i rifiuti elettronici avevano gravemente contaminato l’ambiente». Contrariamente alle attese, il ragazzo non brevetterà l’invenzione, ma intende condividerla con il mondo: «La scienza deve essere a disposizione di tutti. Se si trattengono idee che potrebbero avere grande potenziale si blocca il progresso. Solo se le persone che vengono da Paesi diversi si incontrano è possibile andare avanti». Perry, appena diplomato a Houston, ha avuto il permesso di utilizzare il laboratorio della Rice University per sviluppare la sua idea. Il suo filtro può essere adoperato in ambito domestico se montato sui rubinetti, oppure nel settore industriale per sostituire gli attuali sistemi di filtrazione non rinnovabili come la già citata osmosi inversa. Riutilizzabile e open source, il filtro al grafene potrebbe essere di grande utilità sia nel trattamento delle acque reflue sia nella depurazione dell’acqua potabile, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Qui il problema dell’acqua sarà sempre più sentito e pressante nei prossimi anni, e l’innovazione può contribuire a trovare soluzioni. Alagappan ha ottenuto di poter studiare alla Stanford University, e prevede di pubblicare i suoi risultati sulla rivista scientifica Nature Materials. La produzione commerciale dei filtri potrebbe iniziare subito, ha detto, in un impianto a Swansea, nel Galles, dove materiali simili sono già prodotti su scala industriale.


Ambiente: accordo Enea-Ama per la gestione “green” dei rifiuti.
(articolo di proprietà del sito www.agi.it)
Cento “BioComp”, piccole macchine per produrre compost di qualita’, saranno installate presso le mense di scuole, uffici, hotel della Capitale gia’ a partire dal prossimo Giubileo, per una gestione dei rifiuti sempre piu’ “eco-innovativa” e “green”. E’ questa una delle novita’ che produrra’ l’accordo quadro sottoscritto oggi fra l’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e Ama, il piu’ grande operatore in Italia nella gestione integrata dei servizi ambientali, con il coinvolgimento dell’assessorato all’Ambiente e ai Rifiuti di Roma Capitale. L’accordo, che avra’ una durata triennale – spiega una nota – e’ stato firmato dal commissario Enea, Federico Testa, e dal presidente di Ama, Daniele Fortini, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente e ai Rifiuti di Roma Capitale, Estella Marino, e prevede la messa in campo di azioni per la gestione sostenibile e a “km 0” dei rifiuti, con ricadute positive sulla riduzione dei costi e della tariffa sui rifiuti. Il progetto punta a coinvolgere complessivamente, entro un anno, circa 100 attivita’ tra mense scolastiche, uffici e hotel dei 15 municipi capitolini. Secondo le stime saranno circa 80 le tonnellate di rifiuti avviate al compostaggio da ciascuna utenza, per produrre fertilizzante di qualita’, per un totale di 8mila tonnellate l’anno. “Con questa intesa Enea supporta con il suo know-how una delle maggiori aziende nazionali di servizio pubblico nell’implementare una tecnologica innovativa, in grado di determinare ricadute positive in termini di taglio dei costi ed efficacia di intervento”, ha evidenziato Testa, “siamo disponibili a illustrarne le potenzialita’ anche ad altre amministrazioni pubbliche a livello nazionale e internazionale per eventuali accordi come quello con Ama”. “Stiamo dando il via a un processo che cambiera’ modelli e cultura dell’intero ciclo dei rifiuti nella citta’ di Roma. La Capitale ha gia’ raggiunto volumi ingenti nella raccolta differenziata degli scarti organici. Per questo Ama e l’Amministrazione capitolina”, ha sottolineato Fortini, “stanno mettendo in campo soluzioni alternative all’invio presso grandi impianti, volte anche all’abbattimento delle emissioni di CO2 legate al trasporto su gomma. Con questo importante accordo l’azienda si propone come motore di una svolta radicale verso una gestione dei rifiuti ecosostenibile di prossimita’”. Il compostaggio di “comunita’” e’ basato sull’uso di macchine elettromeccaniche, i “BioComp” appunto, attraverso cui e’ possibile trattare direttamente sul posto la frazione umida del rifiuto prodotto (scarti alimentari, sfalci e potature vegetali, ecc). Sara’ cosi’ possibile per un hotel, una mensa o un’azienda produrre un fertilizzante di qualita’, il compost, dai propri rifiuti.
Per la realizzazione del progetto, Enea individuera’ uno spazio presso il Centro Ricerche della “Casaccia” dove ospitare un impianto “pilota” di compostaggio installato da Ama. All’interno della struttura verra’ attivato un protocollo di differenziazione dei rifiuti, tale da veicolare nell’impianto tutti i materiali compostabili prodotti (scarti organici della mensa, sfalci da manutenzione del verde). L’agenzia effettuera’, inoltre, il monitoraggio delle attivita’ svolte e produrra’ il materiale per i corsi di formazione previsti nelle attivita’ congiunte, laddove Ama prendera’ accordi con le amministrazioni aziendali, condominiali, scolastiche, ecc, per le attivita’ di promozione del compostaggio domestico.

10°
Smaltimento rifiuti: nuovo accordo su modalità e tempi ritiro dei RAEE.
(articolo di proprietà del sito www.agi.it)
È stato sottoscritto il nuovo Accordo di Programma per la definizione delle condizioni generali di raccolta e gestione dei Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Hanno firmato l’accordo il Centro di Coordinamento RAEE, le Associazioni di categoria dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, le Associazioni delle Aziende di Raccolta dei rifiuti e le Organizzazioni delle Imprese Commerciali e della Distribuzione. L’Accordo resta comunque aperto alla sottoscrizione da parte tutte le associazioni di settore e offre condizioni eque e non discriminatorie a tutti gli operatori che volessero avvalersi delle specifiche in esso previste. Il documento firmato dalle parti, prende le mossa da quanto previsto all’articolo 16 del Decreto Legislativo 14 Marzo 2014 n. 49, in attuazione della Direttiva 2012/19/CE, ha validità triennale, con decorrenza 1 luglio 2015, e prevede importanti conferme e novità rilevanti per la gestione dei Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) nel nostro Paese. L’Accordo di Programma disciplina le modalità e i tempi di ritiro dei RAEE dai Luoghi di Raggruppamento conferiti ai Distributori, l’organizzazione della raccolta in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale e i relativi premi di efficienza. Al verificarsi delle condizioni di buona operatività realizzate dalle imprese commerciali e della distribuzione, verranno erogati premi di efficienza sulla base dei quantitativi di RAEE conferiti dai Consumatori ai Distributori, ritirati dai Sistemi Collettivi dei produttori e avviati correttamente alle operazioni di trattamento e recupero. Con la stipula della nuova intesa, il valore di questi rimborsi premiali è stato incrementato quasi del 50% in valor medio rispetto agli attuali livelli. L’accordo odierno segna una tappa definitiva del processo inclusivo che ha visto un ruolo crescente e sempre più attivo della distribuzione ai fini della corretta gestione ambientale degli elettrodomestici a fine vita. L’obiettivo stabilito dal Decreto 49/2014 è quello di arrivare, entro 5 anni, a raccogliere 720.000 tonnellate di RAEE, pari circa al 65% di tutte le AEE immesse sul mercato ogni anno, che corrispondono a circa 12 Kg a cittadino.
Questi numeri molto ambiziosi rendono necessario da parte di tutti gli operatori un consistente impegno per migliorare la gestione di questa risorsa e aumentare sensibilmente la raccolta. Tra le nuove misure introdotte dal nuovo accordo, si segnala il supporto in via sperimentale alla creazione di ‘microaree ecologiche a basso impatto ambientale’ mirate a rendere più agevole la raccolta dei RAEE in aree disagiate. Ad oggi in Italia il sistema dei RAEE raccoglie circa 240.000 tonnellate di prodotti destinati al recupero e/o al trattamento corretto; grazie a questo accordo si stima che questi già ingenti numeri possano aumentare in maniera significativa ponendo l’Italia in linea con gli obiettivi europei. “Questo accordo – afferma Fabrizio D’Amico, presidente del Centro di Coordinamento RAEE – rappresenta un ulteriore passo verso il completamento della filiera del conferimento dei RAEE. Solo quindi con la partecipazione attiva di tutte le componenti interessate ad una corretta gestione dei RAEE si può pensare di raggiungere gli obiettivi che la Comunità Europea ci ha posto. Il percorso effettuato per giungere all’intesa, trasfusa nel testo dell’accordo, è stato rapido e vissuto in sintonia con produttori di AEE e distribuzione, e visto inoltre come un’opportunità anche da parte delle aziende della raccolta dei rifiuti. Il Centro di Coordinamento RAEE ed i sistemi collettivi dei produttori chiamati anche da questo accordo a fare una parte da protagonisti manterranno fede, come sempre fatto nel passato, agli impegni assunti a tutto vantaggio della filiera di gestione dei RAEE”.

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