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Ecomafia

Organizzazione di stampo mafioso attiva nei crimini contro l’ambiente e il patrimonio artistico-culturale di un territorio. L’ecomafia gestisce attività illecite come ad esempio smaltimento dei rifiuti – specialmente tossici o radioattivi- , costruzione di insediamenti industriali e abitativi abusivi, sversamento di sostanze industriali di scarto con inquinamento delle falde acquifere. Questi crimini rappresentano una grave minaccia ai diritti sanciti dalla nostra Costituzione: tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali (art. 9), salute (art. 32) ed economia privata (art.41).

Il termine Ecomafia nacque quando volontari di Legambiente trovarono, negli archivi della sede regionale della Campania, il rinvio a giudizio dell’operazione Adelphi, che aveva provocato decine di ordinanze di custodia cautelare contro politici, imprenditori e camorristi accusati di aver gestito traffici di rifiuti tra Nord e Sud dal 1988 al 1993. Il documento fu inviato dai volontari alla sede centrale di Roma e al neo “Osservatorio permanente Ambiente e Legalità”, che ritrovò alcuni dei nomi dell’operazione Adelphi in denunce di Legambiente di altre regioni o in articoli di giornale. Così si apprese che gli stessi personaggi che gestivano traffici illegali di rifiuti in Campania operavano anche nelle Marche, in Toscana, Liguria e Lazio. I dati delle varie sedi andarono a comporre un dossier presentato in conferenza stampa nel 1994 con il titolo: “Rifiuti S.p.a”. Grazie a questo dossier la Procura nazionale antimafia scoprì che quindici procure stavano già indagando sui traffici di rifiuti ma senza consapevolezza del lavoro delle altre. Gli investigatori iniziarono allora a scambiarsi materiali, lavoro che si concluse nel 2001 con l’approvazione di una norma per cui trafficare rifiuti diventava un delitto. Ciò permise di svolgere innumerevoli indagini, con centinaia di arresti e portò alla legge sui delitti ambientali del 2015.

Il dossier annuale

A Legambiente si deve anche il dossier annuale che monitora i settori in cui le ecomafie sono più aggressive: rifiuti, cemento, traffico di animali e specie protette, incendi boschivi, agroalimentare. Il dossier si basa sui dati forniti dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto.

Il traffico illegale di rifiuti è il campo prediletto dalle ecomafie perché presenta altissimi profitti e rischi minimi. La criminalità organizzata, in particolare la Camorra, offre terreni per sotterrare rifiuti speciali e si impone come alternativa all’intera filiera legale di smaltimento, considerata dalle imprese troppo onerosa. Oggi le ecomafie sono in grado di controllare tutta la filiera dei rifiuti speciali e non: dal trasporto, allo stoccaggio fino allo smaltimento. Mentre il ciclo del cemento è il secondo grande affare delle ecomafie: cave illegali, cemento depotenziato, abusivismo edilizio, costruzioni ubicate su terreni inquinati, infiltrazioni mafiose negli appalti.

Fonti: treccani.it, legambiente.it, dizionariointernazionale.it, lavialibera.it

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Definizioni correlate: ecoreato

Collegamenti esterni: Numeri e mappa interattiva ultimo dossier annuale pubblicato da Legambiente, Tutti i dossier (acquistabili)


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