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Landfarming

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Landfarming

Il Landfarming è una tecnica di bonifica, dei suoli contaminati da agenti inquinanti (idrocarburi, metalli pesanti, ecc.) che sfrutta l’azione biologica e biodegradativa operata da microrganismi, sia autoctoni che alloctoni ed è un trattamento svolto ex situ.

Il principio di funzionamento di questo sistema si basa sull’azione biodegradativa dei microrganismi selezionati per l’intervento i quali devono essere sostanzialmente in grado di nutrirsi degli agenti inquinanti, ovvero capaci di degradarli e conseguentemente risanare il sito compromesso.

Questa tecnica prevede schematicamente il prelievo dello strato di suolo inquinato e la sua successiva stesura su un letto drenante, riposto a sua volta su un manto impermeabile con funzione contenitiva; successivamente lo strato di suolo inquinato viene irrigato con acqua arricchita di ossigeno, nutrienti ed eventualmente altri additivi.

Il percolato prodotto viene in seguito ricircolato dopo essere stato depurato oppure senza subire alcuna depurazione, cosa che dipende dal caso specifico. Il ricircolo del percolato viene eseguito perché non è possibile ottenere un risanamento dai contaminanti in un unico ciclo perché i microrganismi necessitano tempi di azione spesso molto lunghi, per cui i cicli devono essere molteplici in modo che ad ogni ciclo venga diminuita la quantità di agenti inquinanti dal terreno in trattamento. L’irrigazione a scopo di arricchimento nutritizio del suolo contaminato viene eseguita per favorire la proliferazione microbica in modo da velocizzare il processo di biorisanamento.

Fasi di intervento

Le principali fasi del processo di landfarming sono:

  • Caratterizzazione dell’area al fine di determinare la composizione chimica e la localizzazione stratigrafica degli inquinanti nel terreno;
  • Definizione dei volumi di terreno coinvolti dalla presenza dei contaminanti;
  • Caratterizzazione microbiologica (UFC/ml), in laboratorio, dei ceppi microbici indigeni mediante tecniche di arricchimento e successiva definizione dei parametri trofici e funzionali che ne stimolino la crescita;
  • Approntamento, in presenza di flore microbiche particolarmente efficaci e adattate, di un piano di distribuzione, mediante aspersione e percolamento, di soluzioni di macronutrienti (nitrati e fosfati) e micronutrienti (fattori di crescita e vitamine);
  • Immissione di starter microbici selezionati nella soluzione percolante con analisi periodica della riproduzione biologica e dell’azione di biodegradazione;
  • Protocollo di campionamento e analisi dei parametri fisico chimici eseguiti in campo (saturazione e percentuale di ossigeno disciolto nella soluzione circolante, pH e potenziale redox) e in laboratorio mediante analisi cromatografica e gas-massa dei composti organici target.

L’obiettivo principale delle tecniche di landfarming riguarda la localizzazione, a livello di fascia inquinata, di una flora microbica stanziale e adattata in grado di svolgere, oltre la fase di inoculo e condizionamento, un’efficace azione di catalisi dei contaminanti adsorbiti dalle frazioni argillose e colloidali del terreno. Tipiche applicazioni sono la bonifica della contaminazione del suolo e delle acque di falda da parte di idrocarburi (inquinamento localizzato) e pesticidi (inquinamento diffuso) composti di sintesi dell’industria petrolifera, conciaria, metallurgica e del legno lavanderie industriali, industrie della plastica. In caso di terreni contaminati da idrocarburi e miscele di composti organici a catena lineare, i tempi di trattamento per terreni di media permeabilità risulta essere di 4 – 6 mesi; in caso di composti xenobiotici quali composti aromatici alogenati i tempi di trattamento possono risultare superiori agli 8 –12 mesi.


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Fonte: it.wikipedia.org