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Alofita

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Alofita

Le alofite o piante alofile sono vegetali dotati di adattamenti morfologici o fisiologici che ne permettono l’insediamento su terreni salini o alcalini.

Concentrazioni di cloruro di sodio nel suolo superiori all’1% sono tossiche per la maggior parte delle piante. Le piante alofite, al contrario, per crescere ottimalmente richiedono una concentrazione dell’1-2%.

Le proprietà generali di queste piante consistono nell’elevata resistenza alla siccità, nella capacità di assorbire l’acqua a potenziali molto bassi, di accumulare sali nei tessuti o di eliminarli con uno specifico apparato ghiandolare, di ridurre l’intensità della traspirazione, di resistere a cospicui assorbimenti di sodio.

I principali meccanismi di adattamento delle piante alofite alla elevata salinità sono tre:

-lo sviluppo di resistenza all’entrata del cloruro di sodio nella cellula (presente in varie specie di Artemisia) l’accumulo del cloruro di sodio entro i vacuoli cellulari (tipico di molte specie di Chenopodiaceae)
-la eliminazione del cloruro di sodio mediante cellule secretrici presenti nel fusto e nelle foglie (utilizzato da varie specie di Limonium)

Il loro habitat è rappresentato da suoli che per fenomeni di risalita capillare o per inondanzioni periodiche o permanenti accumulano cloruro di sodio e altri sali neutri oppure sali basici del sodio (carbonato e bicarbonato di sodio). Si rinvengono perciò nei deserti, in particolare nei deserti salati, nelle zone umide costiere (stagni, paludi salate e lagune). Possono inoltre rientrare nella composizione della vegetazione psammofila, anche se non sono essenze esclusive di queste associazioni.

La Salicornia strobilacea (Halocnemum strobilaceum) è una tipica pianta alofita.


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Fonte: it.wikipedia.org