In generale, gli inquinanti indicatori devono essere identificati con le specie chimiche inquinanti indagate nell’ambito della campagna di indagine diretta, aventi valori di concentrazione nel suolo o in falda superiori ai valori di riferimento indicati dalla normativa vigente:
C > CSC
In alcuni casi però può accadere che il numero di tali specie chimiche sia talmente elevato da rendere complessa e dispendiosa l’applicazione della analisi di rischio, sia per il per il tempo impiegato sia per le risorse da investire. Inoltre, la trattazione dell’’intero insieme può portare all’ottenimento di risultati di difficile comprensione, se non addirittura fuorvianti rispetto al rischio dominante presente nel sito. In questi casi, il documento APAT 2006 fornisce un criterio di selezione degli inquinanti indicatori finalizzato alla riduzione del numero di specie chimiche da inserire nella procedura di analisi e selezionando quelle più importanti, ossia quelle alle quali è associato un rischio maggiore per l’uomo.
Fase 1: Raggruppamento delle specie chimiche in classi, in funzione della loro tipologia
Fase 2: Raggruppamento delle specie chimiche in sotto-classi, in funzione della loro cancerogenicità
Fase 3: Selezione dell’inquinante indicatore per ogni sotto-classe in funzione del valore di concentrazione e di tossicità.
Fase 4: Attribuzione all’inquinante indicatore della concentrazione totale della sotto-classe.
Rij = Cij × Tij
in cui
Rij è il fattore di rischio della specie“i” nella matrice “j”
Cij è la concentrazione della specie “i” nella matrice “j”
Tij è il valore di tossicità della specie “i” nella matrice “j”.
Rj = R1j + R2j + R3j + … + Rij
Per ogni sottoclasse si seleziona l’inquinante indicatore come quello caratterizzato dal valore Rij/Rj più elevato.
N.B. Il valore di concentrazione utilizzato nel calcolo del fattore di rischio R deve corrispondere a quello della concentrazione rappresentativa calcolata (CRS). Ciò permette di tener conto, anche se indirettamente, dell’estensione della sorgente di contaminazione.