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Copertura sedimentaria

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Copertura sedimentaria

Insieme di rocce che si accumulano sulla superficie terrestre come risultato di un processo di sedimentazione di prodotti di erosione e/o eruzione, dovuto all’effetto della gravità. Tali rocce formano una coltre di spessore variabile, che può raggiungere localmente anche i 15 chilometri. La coltre sedimentaria sovrasta le rocce ignee e metamorfiche che formano il basamento roccioso (bedrock), ovvero la parte principale e molto compatta, anche se fragile, della crosta terrestre. I sedimenti possono avere composizione e origine varia e si accumulano solitamente sotto forma di polvere, sabbia o fango; essendo depositati dai fluidi (aria e acqua) sotto l’azione della gravità, tendono ad assumere delle superfici livellate, anche se localmente possono esistere superfici relativamente ripide, come nel caso delle dune e delle scogliere. Nel corso del tempo la copertura sedimentaria assume quindi una struttura stratificata (sequenza stratigrafica) e i singoli strati (unità stratigrafiche) sono separati tra loro dai piani di strato. In seguito alla loro deposizione, per i processi tettonici e di seppellimento, i materiali sedimentari sono soggetti a un processo di alterazione chimica-fisica-biologica, detto diagenesi. Una delle fasi più importanti è il processo di litificazione (comprendente i meccanismi di compattazione e cementazione) che fa del materiale sedimentario un corpo roccioso vero e proprio. Le zone della superficie terrestre soggette al processo di sedimentazione sono le zone depresse, nelle quali la deposizione avviene in modo naturale. Il termine bacino sedimentario viene impiegato per ogni configurazione geografica che abbia mostrato o mostri subsidenza, ossia un processo di abbassamento verticale (per es., del fondo di un bacino oceanico o della superficie di una piattaforma continentale), per essere il luogo di accumulo di rilevanti spessori di sedimenti. I bacini sedimentari vengono catalogati comunemente a seconda del loro processo di formazione tettonica: compressivo (flessura litosferica – bacini di avanfossa), distensivo (distensione litosferica – bacini di retro arco) e trascorrente (bacini pull-apart). Lo studio dei bacini sedimentari è molto importante sia da un punto di vista economico (visto che sono il luogo dove avvengono i processi necessari per la formazione dei combustibili fossili), sia per la stima della pericolosità sismica: la maggior parte dei grandi insediamenti urbani sorge in zone sedimentarie, che sono state scelte proprio per la facilità con cui vi si possono movimentare i terreni nella fase di scavo delle fondazioni. I materiali che costituiscono i bacini sedimentari, pur essendo caratterizzati da valori relativamente bassi della densità e della rigidità, per il contrasto di impedenza con il sottostante basamento roccioso possono canalizzare l’energia sismica provocando effetti locali d’amplificazione dell’ampiezza e d’incremento della durata del moto sismico (effetti di sito).


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Fonte: treccani.it