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Risorsa naturale

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Risorsa naturale

L’espressione risorsa naturale, conio relativamente recente che accosta i concetti di ricchezza e di natura, viene usata con ampiezza oscillante tra l’inclusione di tutti gli elementi o aspetti della natura, indipendentemente dalla loro utilizzazione, e la considerazione solo di quelli che hanno un valore di mercato. Nella sua accezione più largamente accolta, qui adottata, essa sta a indicare tutto ciò che nella natura è utilizzato o è suscettibile di utilizzazione da parte dell’uomo; l’attribuzione del valore di risorsa avviene in relazione alla funzione che un elemento della natura ha o può svolgere nel soddisfare bisogni materiali, culturali, ecc., funzione che non è necessariamente limitata al campo economico, e muta al variare dell’abilità tecnologica e organizzativa, della gamma dei bisogni umani o dei modi di soddisfarli, e infine della conoscenza delle interazioni tra natura e attività umane.

Di conseguenza, anche l’inventario delle risorse naturali (che in seguito indicheremo semplicemente come “risorse”) si modifica nel tempo: l’ordine di priorità muta; aspetti della natura, già essenziali per la vita dell’uomo, perdono di interesse; altri, in precedenza trascurati o sconosciuti, diventano utili, acquisendo valore di risorsa. Spesso l’individuazione di nuove e più complesse funzioni di elementi naturali ha costituito un passaggio cruciale nella storia dell’umanità. Alcuni di tali passaggi verranno sottolineati in questo articolo, nel tentativo di tracciare un breve quadro storico del rapporto uomo-risorse, quando si riassumerà, limitatamente al periodo più recente, l’evoluzione delle scienze sociali in rapporto allo sfruttamento delle risorse. Il carattere generale della definizione adottata non può mettere in ombra la grande diversità che esiste tra le varie risorse. Evitando di affrontare in dettaglio le problematiche specifiche di ciascuna di esse, costituenti l’oggetto di discipline a sé, prenderemo invece in considerazione quelle differenze e caratteristiche distintive come rinnovabilità, sostituibilità, misurabilità, genere di utilizzo – che sono alla base di classificazioni largamente adottate e utili dal punto di vista sia conoscitivo che pratico. In particolare sarà dato ampio spazio alla distinzione tra risorse non rinnovabili (che comprendono le fonti fossili di energia e le materie prime minerarie non energetiche, e per certi aspetti la terra), risorse ciclicamente rinnovabili (un tipico esempio è costituito dalle popolazioni di specie animali o vegetali) e risorse rinnovabili a flusso continuo (tra cui l’acqua e l’energia solare).L’ultimo tema che affronteremo è quello della politica delle risorse, a proposito della quale è forse inutile sottolineare la necessità di un approccio di carattere interdisciplinare all’interno delle scienze sociali (economia, diritto, geopolitica, ecc.) e tra queste e le scienze naturali. La politica delle risorse non può essere semplicemente un’alternativa tra sfruttamento e conservazione, ma deve essere piuttosto il tentativo di definire combinazioni ottimali o almeno accettabili di sfruttamento e rispetto della natura: in altre parole di dare contenuto a quella ancora vaga e controversa aspirazione che va sotto il nome di “sviluppo sostenibile”.


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Fonte: treccani.it