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Modello DPSIR

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Modello DPSIR

Al fine di rispondere adeguatamente alle esigenze delle politiche di sviluppo sostenibile, caratterizzate da una equilibrata integrazione di fattori ambientali, sociali ed economici, gli indicatori devono necessariamente essere inseriti in una logica di sistema.

È opportuno, quindi, disporre di un modello, descrittivo delle interazioni tra i sistemi economici, politici e sociali con le componenti ambientali, secondo una sequenza causa-condizione-effetto, in modo da fornire una visione multidisciplinare e integrata dei diversi processi ambientali.

Gli indicatori vengono raggruppati ed organizzati concettualmente secondo diversi modelli di riferimento. Tali modelli cercano di organizzare la lettura degli indicatori che descrivono la situazione ambientale in una struttura capace di individuare le relazioni di causa-effetto e le attività di “risposta” che devono essere messe in atto per ottenere un cambiamento nella direzione desiderata.

Vi sono diverse organizzazioni che si occupano della messa a punto di modelli di riferimento per lo sviluppo di indicatori ambientali. Le principali sono:

  • a livello internazionale l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile (ONU);
  • a livello comunitario l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) e gli Uffici Statistici della Commissione Europea (EUROSTAT).

In Italia merita particolare attenzione il lavoro dell’Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale (ANPA).

Il processo metodologico di sviluppo della RSA (rapporto stato dell’ambiente) deve analizzare i diversi modelli di riferimento per l’individuazione degli indicatori, col fine di assicurarsi che:

  • le scelte operate siano coerenti con lo sviluppo raggiunto in questa materia a livello comunitario e internazionale, oltre che nazionale;
  • la scelta del modello di riferimento sia la più idonea alle esigenze della realtà territoriale specifica e agli indirizzi dell’Amministrazione.

I modelli di riferimento più comunemente adottati sono:

  • il modello Pressioni, Stato, Risposte (PSR), sviluppato dall’OCSE;
  • il modello Driving Forces, Pressioni, Stato, Impatti e Risposte (DPSIR), sviluppato dall’AEA.

Il modello DPSIR, sviluppato dalla AEA (Agenzia Europea per l’Ambiente), costituisce di fatto un’evoluzione del precedente, ottenuta scorporando dalla componente Pressioni la quantificazione dei fenomeni che le generano (driving forces).

Passaggio dal modello PSR al modello DPSIR

Passaggio dal modello PSR al modello DPSIR

Il modello DPSIR presenta quindi i seguenti cinque elementi:

  • le Driving forces (cause generatrici primarie o anche determinanti) rappresentano il ruolo dei settori economici e produttivi come cause primarie di alterazione degli equilibri ambientali. Spesso si riferiscono ad attività e comportamenti antropici derivanti da bisogni individuali, sociali ed economici, stili di vita, processi economici, produttivi e di consumo che originano pressioni sull’ambiente;
  • le Pressioni sull’ambiente sono, come nel modello PSR, gli effetti delle diverse attività antropiche sull’ambiente, quali ad esempio il consumo di risorse naturali e l’emissione di inquinanti nell’ambiente;
  • la distinzione tra Stato dell’ambiente e Impatti sull’ambiente permette un approfondimento ulteriore dei rapporti di causa ed effetto all’interno dell’elemento Stato. Nel modello DPSIR si separa infatti la descrizione della qualità dell’ambiente e delle risorse (Stato), dalla descrizione dei cambiamenti significativi indotti (Impatti), che vanno intesi come alterazioni prodotte dalle azioni antropiche negli ecosistemi e nella biodiversità, nella salute pubblica e nella disponibilità di risorse;
  • le Risposte sono, come nel modello PSR, le politiche, i piani, gli obiettivi e gli atti normativi messi in atto da soggetti pubblici per il raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale. Le Risposte svolgono un’azione di regolazione delle Driving Forces, riducono le Pressioni, migliorano lo Stato dell’ambiente e mitigano gli Impatti.

Relazioni causa-effetto e catene domanda-risposta del modello DPSIR.

Relazioni causa-effetto e catene domanda-risposta del modello DPSIR

Il modello DPSIR presenta un maggior livello di complessità rispetto al modello PSR: infatti la distinzione tra Driving Forces e Pressioni e tra Stato e Impatto rende meno immediata la comprensione del significato e dell’operatività dell’indicatore e più difficoltoso e opinabile il suo riferimento alla componente del modello.

Secondo tale modello, infatti, gli sviluppi di natura economica e sociale (Determinanti) esercitano Pressioni, che producono alterazioni sulla qualità e quantità (Stato) dell’ambiente e delle risorse naturali.

L’alterazione delle condizioni ambientali determina degli Impatti sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull’economia, che richiedono Risposte da parte della società. Le azioni di risposta possono avere una ricaduta diretta su qualsiasi elemento del sistema: determinanti, attraverso interventi strutturali:

  • sulle pressioni, attraverso interventi prescrittivi/tecnologici;
  • sullo stato, attraverso azioni di bonifica;
  • sugli impatti, attraverso la compensazione economica del danno.

In senso più generale, i vari elementi del modello costituiscono i nodi di un percorso circolare di politica ambientale che comprende la percezione dei problemi, la formulazione dei provvedimenti politici, il monitoraggio dell’ambiente e la valutazione dell’efficacia dei provvedimenti adottati. 

Per lo schema DPSIR esiste una relazione di tipo causa-effetto tra le diverse categorie del modello, ma l’innovazione consiste nel considerare la categoria risposta retroattiva. Infatti le risposte che la società predispone possono agire indipendentemente sui fattori generativi l’impatto, sulle pressioni, sullo stato dell’ambiente e sugli impatti.

Il framework predisposto da EEA prefigura un sistema di indicatori decisamente mirati, in grado di permettere al decisore politico di agire puntualmente mediante azioni efficaci su ogni attività che genera un impatto sull’ambiente.

Per descrivere, attraverso l’applicazione del modello DPSIR, i rapporti tra attività umane e ambiente e i complessi meccanismi di azione e reazione che li caratterizzano, è necessario partire dalla conoscenza degli aspetti economici, sociali e ambientali del contesto considerato.

Gli indicatori utilizzati per descrivere ciascuna fase del modello sono:

  • Indicatori di Determinanti: individuano gli sviluppi sociali, demografici ed economici nella società e i corrispondenti cambiamenti negli stili di vita, nei livelli di consumo e di produzione complessivi. I determinanti sono la crescita della popolazione, i fabbisogni e le attività degli individui. Questi provocano cambiamenti nei livelli complessivi di produzione e nei consumi. Attraverso questi cambiamenti i determinanti esplicano pressione sull’ambiente;
  • Indicatori di Pressione: individuano le emissioni di sostanze, di agenti fisici e biologici, l’uso delle risorse e l’uso del terreno. Le pressioni esercitate dalla società sono trasportate o trasformate in una quantità di processi naturali fino a manifestarsi con cambiamenti delle condizioni ambientali. Esempi di indicatori di pressione sono le emissioni di anidride carbonica per settori, l’uso di rocce o di sabbie per costruzioni e la quantità di terreno usato per le strade;
  • Indicatori di Stato: gli indicatori di stato danno una descrizione quantitativa e qualitativa dei fenomeni fisici (come ad esempio la temperatura), biologici (come la quantità di pesci in uno specchio d’acqua), e chimici (ad esempio la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera) in una certa area. Gli indicatori di stato possono, ad esempio, descrivere lo stato delle foreste e della natura presente, la concentrazione di fosforo e zolfo in un lago oppure il livello di rumore nelle vicinanze di un aeroporto;
  • Indicatori di Impatto: a causa delle pressioni sull’ambiente lo stato dell’ambiente cambia. Tali cambiamenti hanno poi impatti sulle funzioni sociali ed economiche legate all’ambiente, quali la fornitura di adeguate condizioni di salute, la disponibilità di risorse e la biodiversità. Gli indicatori di impatto sono usati per descrivere tali impatti;
  • Indicatori di Risposta: gli indicatori di risposta si riferiscono alle risposte date da gruppi sociali (o da individui), così come ai tentativi governativi di evitare, compensare mitigare o adattarsi ai cambiamenti nello stato dell’ambiente. Ad alcune di queste risposte si può far riferimento come a forze guida negative, poiché esse tendono a re-indirizzare i trend prevalenti nel consumo e nella produzione. Altre risposte hanno come obiettivo quello di elevare l’efficienza dei processi e la qualità dei prodotti attraverso l’uso e lo sviluppo di tecnologie pulite. Esempi di indicatori di risposta sono la percentuale di auto con marmitta catalitica e quella di rifiuti riciclati.

Il modello DPSIR è sicuramente un modello accurato ma, proprio per questo, anche più difficile da mettere in opera. Se, infatti, risulta già difficoltoso ottenere una banca dati aggiornata ed aggiornabile che possa soddisfare l’esigenza del più semplice modello PSR di avere almeno tre indicatori per ogni settore, all’atto pratico spesso il DPSIR non permette di avere i cinque indicatori minimi per ogni settore che la teoria prescriverebbe.


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Fonte: Giorgio Baldizzone – Presidente ENSEA (European Network for Strategic Assessment) te. 328-7311800