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Geocomposito bentonitico (GCL)

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Geocomposito bentonitico (GCL)

Rivestimenti in geocomposito bentonitico (GCL) sono il sottoinsieme più innovativo della famiglia dei materiali geosintetici. Sono dei rotoli di sottili strati di argilla (bentonite) o altro materiale naturale poco permeabile interposta fra due strati di geotessile e/o geomembrana, uniti fra loro tramite cucitura, agugliatura (inserimento di aghi dentellati di materiale plastico) o adesivi. 

Allo stato attuale sono disponibili in commercio 3 famiglie di geocompositi bentonitici:

  • realizzati interponendo uno strato di bentonite tra due geotessili, il tutto vincolato meccanicamente;
  • realizzati mescolando polvere di bentonite sodica o calcica modificata con un collante solubile in acqua. Tale miscela viene quindi interposta tra i due geotessili;
  • realizzati mescolando la bentonite con un collante che la fa aderire ad una geomembrana sintetica.

Il principale utilizzo dei rivestimenti in geosintetici bentonitici è per la realizzazione di barriere impermeabili, dal momento che sostituiscono efficacemente le tradizionali coperture in argilla, che risultano essere più costose, soprattutto se il materiale non è reperibile in situ, e di difficile compattazione, soprattutto se stese su materiali compressibili quali i rifiuti in una discarica; inoltre vengono generalmente utilizzati come elemento composito al di sotto di una geomembrana.

Il basso angolo di attrito interno della bentonite rende questi geosintetici suscettibili di fenomeni di instabilità, soprattutto se non rinforzati, quindi poco adatti nella copertura di pendii. Inoltre, se non è presente una geomembrana a proteggere idraulicamente la bentonite, questa ha mostrato di subire notevoli danni, con aumenti anche drastici della permeabilità, a causa di cicli di essiccamento e reidratazione, condizioni facilmente verificabili in tutti i climi aridi.

Li vediamo utilizzati nella realizzazione di laghi e bacini artificiali, discariche, impianti di fotodepurazione, ecc.


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